"Don't stop me now": la rincorsa di Washington al vertice della Eastern Conference

15.03.2017 17:44
"Panta rei" scriveva Eraclito più di 2500 anni fa per indicare come tutto, nella vita, cambi velocemente. Di quanto il mantra del filosofo greco fosse corretto se ne sarà accorto sicuramente Scott Brooks, che, nemmeno tre mesi fa, veniva additato come principale colpevole del rendimento tutt'altro che esaltante dei suoi Wizards e, ora, è in lizza per vincere il premio come miglior allenatore dell'anno. Le cose, con il nuovo anno, sono completamente cambiate: Washington è forse la squadra più in forma della Lega e il suo rendimento negli ultimi mesi è stato esaltante. I numerosi critici del tecnico ex-OKC sono ovviamente saliti sul carro del vincitore, celebrando il momento d'oro della sua banda, dimenticando che fino a poco prima ne erano i primi detrattori. Brooks, che ad Oklahoma City si era fatto una corazza resistente alle critiche, ha continuato a lavorare e a credere nelle sue idee, portando la sua squadra a poche vittorie di distanza dai Cleveland Cavaliers. CONFLITTO BEAL-WALL Gli Wizards di inizio anno erano una squadra senza energia, con delle palesi problematiche di spogliatoio. Il rinnovo paperonesco di Bradley Beal aveva lasciato più di qualche perplessità, soprattutto a chi - come John Wall - vedeva in quel rinnovo una mancanza di rispetto. Il prodotto di Kentucky, che in passato aveva definito Beal il secondo violino della squadra, non aveva certamente apprezzato che, alla sua spalla, venissero offerti molti più soldi di quanti lui ne guadagni. Wall, che in estate era stato ad un passo dalla partenza, sembrava quasi non voler prendere più in mano le redini della squadra. Wall e Beal a stento si guardavano e il resto della squadra ne risentiva di questa situazione. Brooks sulla loro compatibilità emotiva, oltre che tecnico-tattica, ha lavorato molto. Ora, magari, i due non usciranno a cena assieme la sera, ma almeno hanno trovato quell'alchimia che finora era mancata. LA RINASCITA Con il passare delle settimane, risolta la grana Wall-Beal, come per magia i maghi della capitale hanno ritrovato quell'energia e voglia di competere che oramai sembrava smarrita. Prova di questo cambiamento le prestazioni di giocatori fino a poco tempo prima in ombra, quali Otto Porter, Markieff Morris e Marcin Gortat. Otto Porter, dati alla mano, è divenuto il miglior tiratore da tre punti della Lega: 45.3 % dall'arco per lui! Gortat è tra i primi 10 rimbalzisti della Lega (11 di media) e uno straordinario bloccante. Morris, giocatore anarchico se ce n'è uno, unisce il suo essere un grande realizzatore ad una difesa di alto livello, cosa quasi surreale per uno come lui. I RINFORZI Visti gli incredibili mesi di gennaio e febbraio, Washington ha deciso di muoversi sul mercato per rinforzare la panchina. Obiettivo riuscito, siccome nella capitale sono arrivati Bojan Bogdanovic (dai Nets), ottimo finora il suo impatto, e Brandon Jennings (tagliato dai Knicks). Acquisti utili, che potranno garantire una certa solidità in fase realizzativa e dare riposo a Beal e Wall. IL SOGNO E LA RIVALE NUMERO 1 Questi Wizards sono la mina vagante della Western Conference. Adesso che gli equilibri sono stati trovati, la squadra di Brooks è un pericolo per chiunque. Riuscire ad insidiare il regno dei Cavs sarà molto dura, ma raggiungere una finale di conference non sembra proibitivo. A contendergli questo onore ci saranno i Celtics, con i quali Washington ha una rivalità aperta oramai da un anno. Nelle ultime sfide la tensione è stata palpabile, tant'è che Wall ha ormai sfidato apertamente Thomas, provocandolo più volte scimmiottando il gesto dell'orologio tanto caro ad I.T. (quello con cui Thomas avverte il pubblico che è arrivato il suo momento nel quarto quarto) . Una semifinale tra le due compagini è tutt'altro che improbabile e l'impressione è che potrebbe essere anche molto intensa e affascinante. Questi Wizards, dunque, possono sognare in grande, Cavs e Celtics sono avvisati.

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