Story of the Game

Jason Kidd e la leggenda di Atlante

Il protagonista della nostra storia non ha fame. Ha bisogno di stare solo. Di bere qualcosa di forte. Di rivivere ciò che è accaduto la sera prima.

Gabriele Manieri
23.03.2021 15:40

5 Giugno 2003. San Antonio, Texas. The Point Park & Eats. Un ragazzo cammina senza meta attraverso gli stand in 24188 Boerne Stage Rd. Qualora abbiate intenzione di recarvi in Texas, The Point Park & Eats è la location più rappresentativa. Innumerevoli "banchetti" culinari offrono la specialità tipica che, in pieno stile texano, consiste in una grandissima bistecca di manzo. 

Il protagonista della nostra storia, però, non ha fame. Ha bisogno di stare solo. Di bere qualcosa di forte. Di rivivere minuto dopo minuto, istante dopo istante quello accaduto la sera prima. Jason ha tradito. Aspettative, illusioni e sogni di chi ha seguito le sue gesta con la speranza che lui facesse qualcosa di speciale. Qualcosa che potesse capovolgere il normale corso degli eventi. 

Trova posto al bancone di uno dei tanti bar della zona. Uno di quei bar tutto di legno, con la televisione in alto. Ordina uno scotch senza ghiaccio. Manda giù metà bicchiere. Bruciore in gola. Lo stomaco ha un sussulto. Sul vecchio televisore stanno trasmettendo la replica della partita di basket della sera prima. San Antonio Spurs - New Jersey Nets. Vinta dai primi, agevolmente, 101-89. Poco distante, quello che sembra avere le sembianze del proprietario del bar abbozza un discorso con un cameriere. 

"Ieri abbiamo stravinto, beh ma è senza storia. Con Duncan e Robinson sotto e con Parker in regia, ma quando perdiamo" 

"Si, beh se poi Jason Kidd non fa la differenza i Nets non hanno speranze"

 

Si proprio quel Jason che sta bevendo il secondo scotch che ha appena ordinato. Proprio quel Jason che ieri sera non ha giocato da Kidd. Atlante. Il titano figlio di Zeus, obbligato a tenere tutto il mondo sulle spalle. 

6 Giugno 2003. AT&T Center.  La difesa degli speroni e la cattiva circolazione palla dei Nets obbligano quest'ultimi a tiri a coefficiente di difficoltà altissimo. C'è bisogno di Atlante. 2:03 alla fine del terzo quarto. Jason Kidd elude la marcatura di Duncan e Ginobili con un movimento difficilmente comprensibile anche dal replay. 1:23 ai quarantotto. 80-79 per i Nets. Il protagonista della nostra storia penetra e realizza un canestro difficilissimo in faccia  a Robinson. I Nets vinceranno. Jason Kidd finirà il match con 30 punti

La sera prima. Il bar. I pensieri nella testa. I ragionamenti su quanto siano forti gli Spurs. Sulla difficoltà di attaccare il loro fortino inespugnabile. Sulla difficoltà di prendere per mano una partita praticamente da solo. Probabilmente Kidd non avrà mai letto qualcosa di Nicolás Gómez Dávila: uno dei più grandi scrittori colombiani. Nel suo libro "Tra poche parole" partorisce una citazione che Jason ha fatto propria per tutta la sua carriera NBA

"I ragionamenti convincono solo chi ha bisogno di una scusa per arrendersi"

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